mercoledì 30 dicembre 2009

Sarà davvero nuovo?

In un mescolarsi di sensazioni contraddittorie, finisce anche questo anno.
12 mesi, 365 giorni, chissà quante ore passate con me stessa, la me di sempre o solo così diversa da sentirmi finalmente parte di uno strano equilibrio.
Cosa c'è di nuovo?
Non mi interessa piacere, ammortizzare l'attrito delle cose.
Non mi fanno paura gli imprevisti, neanche il fatto che per un lungo periodo sarò all'estero, da sola.
Ho voglia di non essere troppo perfetta: fare, fare, fare ma anche dormire, oziare, bere e soprattutto sperperare, la cosa che mi riesce decisamente meglio. O meglio, mejo.
E poi vivrò con un trans, volete mettere quando lo racconterò ai miei nipoti?

Nonna per un periodo ha vissuto con un trans, un uomo che si vestiva da donna mantenendo gli attributi maschili, molto di moda negli anni 2000, soprattutto come sollazzo dei politici italiani.

Geniale.
Ho sempre pensato che sarei stata ricordata per altro, ma mi accontento, in nome della gloria.

In questo marasma di sensazioni, l'unica preoccupazione che prende spazio è la seguente:

è femministicamente possibile organizzare una valigia di vestiti per sei mesi (ergo due cambi di stagione)?

Cioè, cosa devo mettere per sentirmi a mio agio e quotidianamente desiderabile, in una valigia che non può superare i 20 chili?
Questo è un quesito che mi arrovella.
Per il resto, buone feste.




lunedì 28 dicembre 2009

Lui chi è




















Quando è arrivata l'email, la mia prima reazione è stata:

Oh, merda.

Mia madre, alle mie spalle come un gufo, appena sentita l'esclamazione, ha aggiunto:

Che figo.

L'architetto, esteta amante della bella vita, delle belle cose e ovviamente delle belle donne, ha esclamato:

Che gnocca.

Martina, vicina di casa adolescente e molto attenta alla moda, ha precisato:

Quel piumino di Burberry costa più della tua macchina.

Io, vicina a una sincope, ho concluso con un addoloratissimo :

Ma è un trans.


Ieri in casa Abaluus si è sfiorata la crisi collettiva, quando è giunta l'email con la foto della mia nuova/nuovo landlord (affittuario di camere).
Per la cronaca, non abbiamo capito il sesso della/del signora/e di colore che si è fatto immortalare tempestato di catenine d'oro, con un piumino Burberry e la faccia alterata, di fianco a una brasiliana di un metro e ottanta, sudata e succinta in un vestito di tulle nero.
Indecisa su che foto inviare come risposta, la mia amica Ely mi ha suggerito quella del carnevale del 2006, quando ti sei vestita da gorilla, che secondo me gli piace.



sabato 26 dicembre 2009

E il terzo giorno resuscitò

Svegliata stamattina in stato di morte apparente, con il cervello annebbiato dai tortellini e due occhiaie che potrebbero regalarmi la permanenza in qualsiasi zoo safari, arrivo alla conclusione che il Natale è proprio una brutta festa.

Prima cosa: Non si mangia perché si ha piacere di farlo, ma perché è obbligatorio.
Dopo aperitivo, primo di tortelli, faraona, arrosto e patate, al mio " Zia, mi sento un pò appesantita" sono partite occhiate di ammonimento da parte di tutti i presenti, coronate da una frase alquanto conosciuta: "ma è Natale!".
E chevvodì?
Come spiegare che a Natale il mio stomaco non è una Spanx e più di una certa quantità non riesce a contenere? Che è, mi devo mettere una piuma in gola?
Strana concezione della libertà individuale.

Seconda cosa: si ricevono, sempre e comunque, regali di merda.
Quest'anno ho ricevuto un set di calzetti antiscivolo rosa e una camicia da notte taglia XL di lino. Chissà, forse ho annunciato una gravidanza imminente in qualche divertente seratina alcolica, e qualcuno mi ha preso sul serio.
Ah, dimenticavo, anche una candelina di Pluto, che fa sempre la sua porca figura.
Mi chiedo perché, ma soprattutto mi preoccupa molto l'essere associata a Pluto, nella mente delle persone.

Terza cosa: Non sono cattolica, non so cosa si festeggia, non mi ricordo se è la nascita, la resurrezione, il matrimonio. Non ci capisco niente, non c'ho mai capito niente, e presumo non lo capirò mai.

Quarta cosa: Mi ricordo con nostalgia quei 25 mattina, le corse dal letto di ferro per vedere cosa aveva portato Babbo Natale, e quel girare tra i pacchi con aria estasiata non sapendo da dove cominciare.
Ora ho imparato ad aprire e richiudere perfettamente i pacchi, e quindi già una settimana prima ho fatto la radiografia di ogni cosa sotto l'albero.
E anche se non ce la faccio, non è più la stessa cosa.
Mi chiedo: se avessi ricevuto quella borsa che tanto mi piace sarebbe diverso?
Credo di no.
Forse lo spirito natalizio oramai rimane prerogativa infantile e noi siamo solo i custodi di questa loro felicità. O forse riuscire a esserne ancora felici è una di quelle cose da imparare, per vivere meglio.
Non so.
Intanto che si divertano, almeno loro, mentre noi si passa alla fase due, quella della disintossicazione.


martedì 22 dicembre 2009

L'ottimismo è il profumo della vita

Mi dicevo no, no.
No, la prossima volta starò attenta, capirò al volo chi merita di essere salutato al primo incidente di percorso.
E invece una voce dentro di me, quella che " io amo il mondo, voglio bene a tutti, amiamoci e volemose bene" a un certo punto ha preso il sopravvento e via, dritto in quel posto.
Insomma, ennesima conferma che relazionarsi con le amicizie è più difficile di innamorarsi, convivere, fare figli (ora vado sul ipotetico), crescerli e vederli adolescenti acnoidi.
A volte mi viene in mente mia nonna, che quando le chiedevo " qual'è la tua migliore amica, nonna?" rispondeva " mai avuto tempo per le amicizie, ma gioco a briscola bene solo con la Pupa".
Per anni ho pensato che si privava di tanto. Invece aveva, come sempre hanno le nonne, capito tutto.
Devo accontentarmi di fare delle cose con le persone, esperienze pratiche tipo cerette e aperitivi, e non sperare anche di condividere valori, un'etica, che fa poco amicizia e molto cojoneria.


domenica 20 dicembre 2009

Bolognesi come birilli

Il clima pesante di questi giorni e una ressa di persone che inseguivano l'ultimo regalo potevano rovinare un pomeriggio a passeggio per la città.
In realtà la neve ha reso tutto più bello, non solo per aver imbiancato una città che per colori sta assomigliando sempre più a Milano, ma per la quantità di ghiaccio disseminata per Bologna, creando disagi ma anche le scene più belle che mi potessi aspettare.
Bimbimichia caduti in piazza, fighetti precipitati dai gradini della coin, io stessa che stramazzo davanti a babbonatale, cani che finiscono a pelle d'orso sull'asfalto rischiando di essere falciati.
Ci voleva, per sdrammatizzare un pò.
Ci voleva, un pò di sana paralisi collettiva.
ps. ovviamente io non ho trovato neanche un regalo e qualcuno mi deve spiegare cos'è, cos'è quest'ansia da prestazione ogni volta che devo fare qualcosa, che una volta pensavo di avere la carta di credito facile e invece no, no.


Bird Watching: inauguro lo spazio Bird Watching, dove verranno fornite indicazioni su come rintracciare particolari esemplari umani che abbisognano di essere colti in tutto il loro splendore flolcloristico.
Tutto questo perchè Bologna non è solo la Dotta, la città dello svago e una fucina di intellettuali ( si, si, sono ottimista oggi :), ma è soprattutto una città di personaggi, di tipi da osteria, di gente strana.
Quindi.
Macchina fotografica e taccuino alla mano e via per le strade di Bologna e mandate tutto alla sottoscritta ( l'indirizzo email lo trovate quì a fianco).






venerdì 18 dicembre 2009

Che aria che tira

Mentre sotto casa c'è un rave e il mio gatto si fa il bidet, guardo la mia camera. Tra due settimane la dovrò abbandonare per un letto ribaltabile su moquette sudicia, per qualche smilzo guardaroba e finestre con gli spifferi. Lo so, modalità pessimistica on.
Ma la dovreste vedere com'è bella, questa camera.
Essere attaccati alle cose a volte non è uno sbaglio.






E se anche lo fosse non sarebbe un problema per me :)
Dall'alto a sinistra, in senso orario: Contenitore di caramelle, profumo True Star, sveglia, Lampada comprata a Venezia al mercatino dei bambini, fascia di Muji per ricordarmi che non si va mai a letto senza struccarsi, contenitore e Nivea, mai usata ma che fa Italia più di Gianni Morandi.

mercoledì 16 dicembre 2009

Sul perché sarò a breve derisa e dovrò chiedere i danni morali al Signor Silvio Berlusconi

La notizia che un secondo psicolabile ha cercato di raggiungere la camera dove Silvio Berlusconi temporaneamente si sta rimettendo, prima del suo trasferimento a Palazzo Grazioli, mi ha riempito di stupore (vabbè, mi ha fatto ridere, ma posso o no provare ad essere seria ogni tanto??).
Silvio vittima di una follia collettiva?
Silvio, sensibile portavoce degli umori del popolo, cannibalizzato dalla sua stessa politica?
Non lo so.
So solo che ogni volta che espatrio, me ne combina una.
Nel 2001 vince le elezioni, con tutti gli annessi e connessi.
Mi chiamano Silvio al College anche i bidelli. Mi chiedono di fare la parte del giullare di corte alla recita scolastica, e temo che non sia per le mie doti comiche.
Nel 2004 mi si presenta decorato con una bandana di terz'ordine, tanto che perfino i coniugi Blair, inglesi e poco inclini a scelte di gusto, storcono il naso.

In Irlanda si parla degli italiani come parenti prossimi delle scimmie, nel senso che le precediamo nella scala evolutiva.
Nel 2009, oggi, mi viene colpito da un Duomo-volante tirato da uno psicolabile che, afferma dopo l'arresto, lo odia.
Cioè non gli sparano, mitragliano. Non lo rapiscono, gambizzano, accoltellano.
Gli tirano una statuetta in testa.
Un atto della stessa altezza della sua politica, verrebbe da dire.

Probabilmente il prossimo mese in Inghilterra troverò una statuetta meneghina sulla scrivania, sotto la scritta Welcome e vicino a una fumante cup of tea.
Ci sono abituata, e questa non è un bella cosa.

lunedì 14 dicembre 2009

Settanta

Ehi.
Se fossi qui con me, ora, diresti che sono la figlia di nessuno perché mi stringo in un maglione troppo grande.
Ti risponderei che la genetica fa semplicemente il suo corso, perché in realtà sono figlia tua.
Che se non amo questa Italietta di cibo, favoritismi e puttane quanto te, non vuol dire che sia strana o un errore della natura.
Mi faresti una carezza di compassione, con quella mano dal palmo grande e caldo che mi prendeva la faccia, tutta. Non mi guardavi mai negli occhi e proiettavi su di me il tuo destino, dicendo che non ero riconoscente per la bellezza che mi avevi donato, e che ti appartenevo.
Riconoscente per cosa, mi chiedo da tanto.
Proprietà di chi, che da dieci anni non ci sei più.
I genitori non si possono scegliere, e io non ti ho scelto.
Non so neppure se l' avrei mai fatto, perché sei una persona difficile e non è vita la vita con te.
Per te l'amore è una matematica facile, un esercizio di abitudine, inspirare ed espirare.
E oggi che è il tuo compleanno e sei vecchio, in questa Bologna opaca di neve e pioggia, mi chiedo dove sei.
Forse disperso nell'aere, leggero come una nuvola.

giovedì 10 dicembre 2009

Giusto per aggiornare

Due denti del giudizio in crescita, un' ulcera in bocca ( ma non venivano solo nello stomaco? mah) e, ovviamente, non ho ancora trovato una casa.
Mi sa che passerò il mio primo mese a Londra su uno di quei barconi lungo il Tamigi, abbracciata a un topo che non sarà carino come Ratatouille (per la serie, ora anche la Pixar ci devia dalla realtà delle cose, che i topi di fogna son topi. Punto. Mica sono carini), parlando con vecchi ubriaconi dei bei tempi, quando avevo una casa nel centro di Bologna, il riscaldamento e soprattutto, la cosa più importante, una connessione internet.


lunedì 7 dicembre 2009

Casalinghe a ripetizione



Sei donna, sei giovane.
Hai una vita davanti, lavorativa, sentimentale e amicale.
Fai cose, non ne fai altre, vai avanti per la tua strada che in realtà non conosci e sei felice così, perchè ti piace fare le cose alla carlona, a caso, farti trovare dalla vita.
Giudizi prego astenersi.
Sei figlia di un femminismo insapore che ti ha educato a non farti trovare con le spalle al muro dopo un divorzio, e hai capito che l'emancipazione passa attraverso il lavoro.
Un lavoro modesto però, un impegno circoscritto, adeguato a pagare un mutuo ma se aspiri a qualcosa di più sei un irrecuperabile figlia del consumismo, pure un pò borghese.
E poi ti leghi a una persona, a un uomo, e le aspettative intorno a te cambiano.
Ti chiedono quando andrete a vivere insieme, quando ti fidanzerai e quando finalmente gli darai un figlio. Anzi, ti chiedono perchè ancora non l'avete fatto, che sono anni che state insieme.
E tu ti chiedi perchè, ora, la tua vita dovrebbe confrontarsi solo con parametri familiari e definirsi in base al livello raggiunto sulla scala 1-10 della casalinga perfetta anni 50'.
Che pensavi di essere andata oltre, di aver superato certi ostacoli, e quella vita digiuna di avventura ti sembra essere così poco riconoscente, dopo tanti anni di studio, così come quei 500 euri al mese.
Quel femminismo che filtrava dai racconti delle madri viene accantonato come la polvere in un angolo, fa parte della casa ma ti dicono di espellerlo, perchè improvvisamente fa starnutire a ripetizione.

giovedì 3 dicembre 2009

Fermata dell'autobus

Oggi attendevo l'11 in ritardo, alla fermata dell'autobus.
Ero appoggiata a una colonna quando da dietro vedo volare briciole di pane. Mi volto e una vecchietta con un sacchetto è intenta a distribuire pezzi di pane secco sull'asfalto di via dei Mille.
Non ho subito realizzato.

Dopo 5 minuti l'inferno.
Tutti i piccioni emiliani si sono catapultati su di noi, in una scena che non ha nulla da invidiare a un film di Hitchcock. Ho ancora nelle orecchie il suono delle ali che sbattono, perchè quegli esseri immondi, arrivati a centinaia, si erano accalcati a mezz'aria in un ingorgo volatile. La scena è durata dieci minuti, con gente che agitava le mani in alto e io che sono corsa a occhi chiusi verso la Feltrinelli.

Io dico.

Capisco che con la vecchiaia si comincia a svalvolare, che i ricordi di una giovinezza dove i piccioni erano cari animali da giardino causano malinconia, e che mantenere un gatto costa troppo. Ma santiddio. come si fa a voler perpetuare una specie i cui esemplari sono obese gallinelle di colori improbabili, che passano il tempo a defecare sui nostri balconi?

Ma volevo parlare di altro.
Ieri sera ho comprato il buonissimo olio Johnson Baby, questo


e prima di andare a letto, dopo la doccia, me ne sono spalmata una discreta quantità sul corpo.
Ecco, io non so quelli della Johnson cosa pensino uno faccia in bagno, in inverno, oliato come un freno e nudo, per la mezz'ora che il loro olio impiega ad asciugarsi.
Forse la lap dance contro il palo della doccia. Non so.
Fatto sta che dopo dieci minuti di automassaggio mi sono rotta e sono andata a letto.
E, all'insaputa dell'Architetto, ho unto tutti i lenzuoli :(

mercoledì 2 dicembre 2009

Prima di partire, ballare nuda davanti allo specchio

Uno non ci crede alla quantità di cose che bisogna fare prima di espatriare.
Oggi ho passato tre ore a fare un questionario sulle malattie che ho avuto dalla nascita ad ora.
Ho risposto a domande tipo " pensa di avere dolori al collo sospetti?" tenendo a freno l'ipocondriaca che è in me barrando " no ", per poi passare venti minuti a osservarmi allo specchio con una scrupolosità chirurgica.
Al ventesimo riferimento a malattie sconosciute ho guaito e sono uscita.

Sono andata dalla Floriterapeuta.


La mia Floriterapeuta è una signora di mezza età con un evidente esaurimento nervoso alle spalle.
Le parli delle paranoie e ti consiglia la campagna.
Le dici non dipingo e ti risponde disegna.
Si presenta in tuta di spugna e stivaletto con il tacco, ed è antica quanto la merce dell'ottica di San Donato, che per la cronaca è l'unica ottica che ti fa pagare euri 3 un contenitore per lenti. Sì, quelli che ti tirano addosso in qualsiasi ottica del mondo, anche Ugandese. Non dite "scemo chi lo compra", perchè parlate della sottoscritta.

La mia Floriterapeuta sorride mentre dice " il segreto per vincere l'ansia è ballare nuda davanti allo specchio" e si compiace per la rivelazione facendoti l'occhiolino. Ma perchè Nature ancora non l'ha pubblicata, ci sarebbe da chiederle, ma risponderebbe con un "Net...eh???".
Oggi ha addirittura aggiunto alla formula "ballare-nuda-davanti-allo-specchio" la variante "con l'ipod" e secondo me l'ha ripetuta ore davanti allo specchio, crocettando il calendario di Fra Indovino perchè finalmente ha imparato una parola moderna.
Il perchè io continui tuttora a frequentarla, è un'altra storia.
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