mercoledì 25 novembre 2009

E c'è chi la chiama normalità

A volte nella vita ci sono periodi che assomigliano a un elettrocardiogramma piatto, con delle punte - sporadiche- di follia.
Cioè, uno con l'elettrocardiogramma piatto, insegna E.R., è deceduto. Ma se qualcuno si è fatto, come me, rovinare le notti dell'adolescenza da X files o dall'italianissimo Voci Notturne (e qui la mia emilianità ha un impennata), sa a cosa mi riferisco.
La mia vita ultimamente è piuttosto piatta. C'è chi dice che sono periodi, chi " è la quiete prima della tempesta", chi semplicemente mi fa pat pat sulla spalla.
Io non lo so.

Pensavo di avere una vita monotona finchè non ho avuto la fantastica opportunità di soggiornare nella periferia di Padova.
Il mio primo approccio è stato con il barista:

- Scusi, sto morendo di pipì, dove trovo il bagno?
- Là.
- Grazie!
- Se non consumi però non te la faccio fare.

Il mio secondo approccio è stato con la signora del B&B:

- Salve, ho prenotato una stanza per due.
- Si, si...entrate..questa è la camera, lì c'è il bagno, là la colazione e adesso mi dovete pagare.

E fin qui tutto ok. D'altronde non sono io che voto Lega.
Dopo due giorni chiusi in un B&B, riesumo per dare un concorso e bum. Scopro che il barista e la signora del B&B si sono moltiplicati, e hanno assunto le sembianze dei miei colleghi di concorso. Scene in cui io chiedo " scusa puoi dirmi a che ora comincia la terza prova?" a cui c'è chi risponde "guarda su internet" e a cui mi vendico con " si si , io il prozac lo darei a un bimbo di sette anni, mettilo nel compito" .
Almeno sono certa di non trovarmela come collega.

Ma la cosa che più mi ha riempito il cuore di densa e lattiginosa nebbia padana è stato vedere questa periferia.
Una chiesa sì, una sì e una sì. Suv parcheggiati con gambe divaricate al vento, probabilmente non italiche. Muratori con sguardi persi nei riflessi delle vetrine delle gioiellerie.
Una strana calma apparente, sotto cui è percepibile uno stridio angosciante .

Dopo due giorni ho avuto un attacco di shopping compulsivo che neanche ai saldi di Harrods. Ho trascinato Lui in ogni angolo del centro di Padova e avrei comprato perfino degli scovolini per placarmi. Entravo nei negozi con la carta di credito in mano e lo sguardo da Metadone, sarei andata pure dalle Paoline pur di tornare a casa con un pacchetto gonfio di qualcosa di nuovo.
Alla fine, con la bava alla bocca, ho rimediato una mezza chilata di un dolce veneto con frutta e pane.
Buono eh, ma peso quanto Giuliano Ferrara.
Ovviamente Lui è tornato a casa con due sacchetti pieni e (secondo me) sculettava pure.

5 commenti:

  1. Ihihihihih!!!
    Quindi ringraziamo di essere bolognesi?
    D'altronde, se da quelle parti quasi tutti votano Lega un motivo ci sarà, dico io.

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  2. mamma mia che incubo...incrocio le dita...

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  3. Tu sei di Bologna e te ne sei accorta. Immagina me che son di Bari...!

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  4. @ Alice: eh, lo dico anch'io..
    @ PB: finger crossed, but basse aspettative
    @ Hen: sinceramente cerco qualcuno che mi smentisca. Sono molto attaccata a Bologna anche se riconosco che ha molti limiti, ma in questi tre giorni a padova ho avuto a che fare con il peggio della specie umana.

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