sabato 26 dicembre 2009

E il terzo giorno resuscitò

Svegliata stamattina in stato di morte apparente, con il cervello annebbiato dai tortellini e due occhiaie che potrebbero regalarmi la permanenza in qualsiasi zoo safari, arrivo alla conclusione che il Natale è proprio una brutta festa.

Prima cosa: Non si mangia perché si ha piacere di farlo, ma perché è obbligatorio.
Dopo aperitivo, primo di tortelli, faraona, arrosto e patate, al mio " Zia, mi sento un pò appesantita" sono partite occhiate di ammonimento da parte di tutti i presenti, coronate da una frase alquanto conosciuta: "ma è Natale!".
E chevvodì?
Come spiegare che a Natale il mio stomaco non è una Spanx e più di una certa quantità non riesce a contenere? Che è, mi devo mettere una piuma in gola?
Strana concezione della libertà individuale.

Seconda cosa: si ricevono, sempre e comunque, regali di merda.
Quest'anno ho ricevuto un set di calzetti antiscivolo rosa e una camicia da notte taglia XL di lino. Chissà, forse ho annunciato una gravidanza imminente in qualche divertente seratina alcolica, e qualcuno mi ha preso sul serio.
Ah, dimenticavo, anche una candelina di Pluto, che fa sempre la sua porca figura.
Mi chiedo perché, ma soprattutto mi preoccupa molto l'essere associata a Pluto, nella mente delle persone.

Terza cosa: Non sono cattolica, non so cosa si festeggia, non mi ricordo se è la nascita, la resurrezione, il matrimonio. Non ci capisco niente, non c'ho mai capito niente, e presumo non lo capirò mai.

Quarta cosa: Mi ricordo con nostalgia quei 25 mattina, le corse dal letto di ferro per vedere cosa aveva portato Babbo Natale, e quel girare tra i pacchi con aria estasiata non sapendo da dove cominciare.
Ora ho imparato ad aprire e richiudere perfettamente i pacchi, e quindi già una settimana prima ho fatto la radiografia di ogni cosa sotto l'albero.
E anche se non ce la faccio, non è più la stessa cosa.
Mi chiedo: se avessi ricevuto quella borsa che tanto mi piace sarebbe diverso?
Credo di no.
Forse lo spirito natalizio oramai rimane prerogativa infantile e noi siamo solo i custodi di questa loro felicità. O forse riuscire a esserne ancora felici è una di quelle cose da imparare, per vivere meglio.
Non so.
Intanto che si divertano, almeno loro, mentre noi si passa alla fase due, quella della disintossicazione.


4 commenti:

  1. Alla prossima festività mangereccia applica la tattica dei vecchi: annuncia, con dovizia di particolari, che hai fastidiosi problemi di emorroidi. Vedrai che nessuno ti spronerà a mangiare di più.

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  2. infatti io a natale sono scappato e sono andato a dar da mangiare ai barboni, agli extracomunitari senzatetto, ai malati di mente senza famiglia. ed è stato il miglior natale della mia vita. ah, per la cronaca, i regali io a natale non li faccio mai nè li voglio. evito un sacco di stress e di ipocrisia.

    peppe
    http://haidaaccendere.splinder.com

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  3. @ossimorosa: Si, sperando che non pensino che sia incinta, così camicie da notte a gogo :(
    Peppe, hai ragione, il prossimo anno lo faccio anch'io.

    Meandy sloggata

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  4. Con il mio natale africano ho scoperto che fare del bene è l'unico modo per onorare queste feste votate all'opulenza..l'anno prossimo tutti con Peppe!

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