martedì 10 novembre 2009

Si comincia a fare figli ma non si comincia a crescere

La notizia del giorno è sempre la stessa.
Qualche tua coetanea si è fatta ingravidare e sta per sfornare (quanto mi piace, in inglese, il verbo delivery) un altro bambino/a.
Se sarà femmina avrà il piacere di indossare fashionissime tutine di Hello Kitty e Ugg versione baby.
Se è maschio la mamma sarà meno felice, ma troverà sempre un bel paio di Jeans sborsati sul piccolo pacco-to-be, che fanno sempre un sacco bello.
Insomma, dopo anni in cui ci siamo impillolate, spiralizzate, incerottate, da un pò di tempo le donne hanno riscoperto l'amore libero, il desiderio di pancia, di un figlio che cresce.
Niente di grave se si fanno bambini, sempre meglio che fare guerre.
Il problema è quando si usano i figli per dare un senso a un'esistenza già perduta, davanti a cui ci sentiamo impotenti e in balia di forze maggiori. Usiamo i figli come scudi contro la solitudine, contro la mancanza di ambizioni e la pressione ad averne, come scusa per non ammettere al mondo la nostra mediocrità.
E allora si, facciamo figli, credendo che ci salveranno dal nostro nulla, mentre loro avrebbero solo voglia di crescere sotto il nostro sguardo felice, liberi e leggeri come quando erano immersi nella placenta.
Fare figli è di moda nella collezione a/i della nostra vita.


Non c'è niente di male a fare un bambino.
Dopo tutto c'è la speranza che sia un individuo migliore di noi.

2 commenti:

  1. Sono pienamente d'accordo, un figlio non risolve i tuoi problemi, però credo anche che la maternità ti cambi, che possa tirare fuori lati inaspettati delle persone...

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