lunedì 7 dicembre 2009

Casalinghe a ripetizione



Sei donna, sei giovane.
Hai una vita davanti, lavorativa, sentimentale e amicale.
Fai cose, non ne fai altre, vai avanti per la tua strada che in realtà non conosci e sei felice così, perchè ti piace fare le cose alla carlona, a caso, farti trovare dalla vita.
Giudizi prego astenersi.
Sei figlia di un femminismo insapore che ti ha educato a non farti trovare con le spalle al muro dopo un divorzio, e hai capito che l'emancipazione passa attraverso il lavoro.
Un lavoro modesto però, un impegno circoscritto, adeguato a pagare un mutuo ma se aspiri a qualcosa di più sei un irrecuperabile figlia del consumismo, pure un pò borghese.
E poi ti leghi a una persona, a un uomo, e le aspettative intorno a te cambiano.
Ti chiedono quando andrete a vivere insieme, quando ti fidanzerai e quando finalmente gli darai un figlio. Anzi, ti chiedono perchè ancora non l'avete fatto, che sono anni che state insieme.
E tu ti chiedi perchè, ora, la tua vita dovrebbe confrontarsi solo con parametri familiari e definirsi in base al livello raggiunto sulla scala 1-10 della casalinga perfetta anni 50'.
Che pensavi di essere andata oltre, di aver superato certi ostacoli, e quella vita digiuna di avventura ti sembra essere così poco riconoscente, dopo tanti anni di studio, così come quei 500 euri al mese.
Quel femminismo che filtrava dai racconti delle madri viene accantonato come la polvere in un angolo, fa parte della casa ma ti dicono di espellerlo, perchè improvvisamente fa starnutire a ripetizione.

9 commenti:

  1. Ecco il problemna delle parole: possono essere confuse con i fatti.

    RispondiElimina
  2. non lo so. sono maschio ed etero.
    che le donne io le tratto per quello che sono.
    Non per quello che potrebbero servirmi

    RispondiElimina
  3. Non parlo del rapporto tra uomo e donna..parlo delle aspettative che si creano quando una donna ha una relazione stabile, che sembra debba essere scandita da passaggi obbligati, anche se in realtà non sono sentiti.

    RispondiElimina
  4. ok..io la vedevo da ometto.
    nel rapporto pluriennale con mia moglie io e le le cose ce le siamo fatto capitare.
    non abbiamo mai deciso. che succedevano le cose.

    RispondiElimina
  5. Ed è credo il modo migliore in cui possono succedere..

    RispondiElimina
  6. In realta` questo vale anche per gli uomini.

    Giunto alle soglie (e sottolineo _soglie_) dei 40 tutti (ma soprattutto tutte) mi stanno stressando con -in rigoroso ordine di frequenza- figli, testa a posto, convivenza, matrimonio.

    Come se fosse scontato e naturale che le cose _debbano_ andare cosi`, che non si scappi, che il destino non possa essere che un banale laurea/lavoro/matrimonio/figli/pensione/morte.

    Mantenere SEMPRE l'indipendenza e l'identita`, nel cuore e nella mente. Vincendo ormoni, freccia del tempo, omologazioni, DNA.

    RispondiElimina
  7. E' un problema di etichette: siamo state adolescenti, universitarie, laureande, ora (quasi) lavoratrici, ma questo non basta più. Perchè solo lavoratrice vuol dire ad un certo punto zitella perchè non hai un uomo. E se cel'hai allora l'etichetta va in funzione di lui: compagna, moglie, madre, etcetc. La cosa bella è che possiamo essere compagne, lavoratrici, manager, sognatrici, donne, amiche femministe e molto di più senza mai smettere di essere noi stesse. La versatilità ci appartiene, checchè ne dicano gli altri..

    RispondiElimina

Related Posts with Thumbnails