mercoledì 14 aprile 2010

Girare le palle

Attenzione!
Il post seguente utilizza un linguaggio indecoroso ed immorale per cui, se pensate che i contenuti dello stesso possano turbarvi e/o gettarvi in uno sconforto senza pari, prego astenersi dalla lettura.



Volevo scrivere un post sull'amore, ma poi mi sono girate le palle e non l'ho scritto.
I motivi sono vari.

1) Ho letto dei racconti che partecipano a un concorso di scrittura nazionale. Racconti, scrive l'associazione che promuove il concorso, " immagine della gioventù letteraria del nuovo millennio". Mi sono girate le palle. Sono orribili, banali, sgrammaticati. Noiosi, inutili. Mia Zia Anna, con la quinta elementare, in confronto, è Sibilla Aleramo.

2) Ero sul mio linkedin e mi sono girate le palle.
Per tutta quella serietà, quel promovuersi come Figo Figheiris, quello sbandierare foto di profilo per nascondere che, bella mia, hai un occhio più piccolo dell'altro, non ci puoi fare proprio niente. E così ho cambiato il mio profilo, ed ho scritto che sono la figlia nascosta di Micheal Jackson. Tanto su linkedin non trovavo lavoro comunque, e vaffanculo.

3) Sono stata tre, dico TRE ore all'Apple Store in Regent Street. Ometto i particolori e urlo un sonoro VAFFANCULO.

4) Sabato torno in Italia, una breve toccata e fuga. Sono felice, ma ovviamente proprio prima di partire mi rifilano tutto il lavoro possibile e immaginabile e, chevvel'avevo già detto?, mi girano le palle.

5) I pantaloni comprati da Urban Outfitter un mese fa a prezzo pieno sono GIA' in sconto. E che dovrei dire, secondo voi?




14 commenti:

  1. io ho zia silvana che è piu comica di antonio amurri.
    tu sei il mio eroe.
    se hai la 5..metto il tuo poster nel salotto.

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  2. In che senso la 5 ? (no, mi sto pure rincoglionendo, bene..)

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  3. meandy promemoria:
    se parli con Cielo i numeri indicano solo ed esclusivamente taglie di reggiseno.

    E ora immagina solo che il mio messaggio personale di msn ha recitato per una settimana intera così: Seeeento tutte insieme le sfighe di questo mooondo [nuova interpretazione dell'originale della Oxa]. E che ci vuoi fa? Basta poco poi per sorridere.

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  4. ahahhaha Ransie, mi fai morire:)
    comunque niente 5 e quindi niente poster ahimè, mi fermo alla 3 :P
    Ma si, alla fine ci si ride. Si passa oltre. Comunque a me gli ormoni prima o poi me faranno morì, ci rimarrò sotto.

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  5. settimane difficili.
    Io che corro per arrivare in tempo ad un ufficio di collocamento e mi chiudono le serrande davanti.
    io che sto a casa un giorno dal lavoro (quindi niente soldi!) per andrae per la quarta volta in facoltà e dopo mezz ora di attesa all'ingresso mi dicono che la professoressa non si presenterà per motivi familiari. per la quarta volta.
    Io che vorrei nel mio giorno libero prenotare le ferie e invece mi tocca andare ad un funerale....
    ma che te lo dico a' fa'...VAFFANCULO!
    tesoro è sempre un piacere leggerti.
    quindi sei a casa nel week end?:) noi siamo a Bologna venerdì sera x salutare lo scienzato pazzo che se ne va negli Stati uniti uffa se no ci si poteva vedere!
    bacii eli

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  6. Arrivo venerdì sera. fatemi sapere dove siete che vi raggiungo, non lo sa nessuno che vengo giù! doveva essere una sorpresa ma sai com'è con me:)
    mandami un mess o ti chiamo io appena arrivo!

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  7. ok, beh, io nn dico nulla alle altre e a Bonny. ti mando un mess quando ci sediamo ke ti dico dove siamo..Ely

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  8. complimenti, scrivi molto bene.... manuel

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  9. uhm...giornata difficile anche per me...però mi fai sorridere! io da sempre odio tutti i miei colleghi di ufficio...esco di casa con tanti buoni propositi...e appena mi siedo alla mia postazione mi sommergo di indecorosi pensieri!

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  10. l'avvicinarsi di bologna stimola sempre l'insorgere di acute fasi di insofferenza

    ci sara' un perche'

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  11. Mario, forse sono bloccata a Londra per una tempesta di ceneri che viene dall'Islanda. Non ridere.

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  12. Ecco, direi che la tempesta di ceneri possa entrare di diritto al numero 1 delle sfighe mondiali.

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  13. c'avevo pensato, infatti. sono cose che poi si possono raccontare per anni

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