Svegliata stamattina in stato di morte apparente, con il cervello annebbiato dai tortellini e due occhiaie che potrebbero regalarmi la permanenza in qualsiasi zoo safari, arrivo alla conclusione che il Natale è proprio una brutta festa.
Prima cosa: Non si mangia perché si ha piacere di farlo, ma perché è obbligatorio.
Dopo aperitivo, primo di tortelli, faraona, arrosto e patate, al mio " Zia, mi sento un pò appesantita" sono partite occhiate di ammonimento da parte di tutti i presenti, coronate da una frase alquanto conosciuta: "ma è Natale!".
E chevvodì?
Come spiegare che a Natale il mio stomaco non è una Spanx e più di una certa quantità non riesce a contenere? Che è, mi devo mettere una piuma in gola?
Strana concezione della libertà individuale.
Seconda cosa: si ricevono, sempre e comunque, regali di merda.
Quest'anno ho ricevuto un set di calzetti antiscivolo rosa e una camicia da notte taglia XL di lino. Chissà, forse ho annunciato una gravidanza imminente in qualche divertente seratina alcolica, e qualcuno mi ha preso sul serio.
Ah, dimenticavo, anche una candelina di Pluto, che fa sempre la sua porca figura.
Mi chiedo perché, ma soprattutto mi preoccupa molto l'essere associata a Pluto, nella mente delle persone.
Terza cosa: Non sono cattolica, non so cosa si festeggia, non mi ricordo se è la nascita, la resurrezione, il matrimonio. Non ci capisco niente, non c'ho mai capito niente, e presumo non lo capirò mai.
Quarta cosa: Mi ricordo con nostalgia quei 25 mattina, le corse dal letto di ferro per vedere cosa aveva portato Babbo Natale, e quel girare tra i pacchi con aria estasiata non sapendo da dove cominciare.
Ora ho imparato ad aprire e richiudere perfettamente i pacchi, e quindi già una settimana prima ho fatto la radiografia di ogni cosa sotto l'albero.
E anche se non ce la faccio, non è più la stessa cosa.
Mi chiedo: se avessi ricevuto quella borsa che tanto mi piace sarebbe diverso?
Credo di no.
Forse lo spirito natalizio oramai rimane prerogativa infantile e noi siamo solo i custodi di questa loro felicità. O forse riuscire a esserne ancora felici è una di quelle cose da imparare, per vivere meglio.
Non so.
Intanto che si divertano, almeno loro, mentre noi si passa alla fase due, quella della disintossicazione.
Alla prossima festività mangereccia applica la tattica dei vecchi: annuncia, con dovizia di particolari, che hai fastidiosi problemi di emorroidi. Vedrai che nessuno ti spronerà a mangiare di più.
RispondiEliminainfatti io a natale sono scappato e sono andato a dar da mangiare ai barboni, agli extracomunitari senzatetto, ai malati di mente senza famiglia. ed è stato il miglior natale della mia vita. ah, per la cronaca, i regali io a natale non li faccio mai nè li voglio. evito un sacco di stress e di ipocrisia.
RispondiEliminapeppe
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@ossimorosa: Si, sperando che non pensino che sia incinta, così camicie da notte a gogo :(
RispondiEliminaPeppe, hai ragione, il prossimo anno lo faccio anch'io.
Meandy sloggata
Con il mio natale africano ho scoperto che fare del bene è l'unico modo per onorare queste feste votate all'opulenza..l'anno prossimo tutti con Peppe!
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